Crasciana
Situata a 799 metri sul livello del mare, dista dodici chilometri e mezzo dal capoluogo.
È così raggiungibile: partendo dal capoluogo, sulla strada statale del Brennero prendere il bivio a destra in località Fabbriche di Casabasciana, passati gli abitati di Sala, Casabasciana e il torrente Granchia incontrerete questo paese come l’ultimo, stagliato in alto sul monte in posizione dominante, da qui l’appellativo di pomposa.
La conformazione urbanistica di Crasciana è a ventaglio con in cima la torre campanaria a merli guelfi del secolo XVII e la chiesa parrocchiale.
Il panorama è meraviglioso e spazia dal monte Battifolle a Brandeglio, posto di fronte, fino alla Controneria e al Prato Fiorito, oltre la catena dell’Appennino incornicia la vista.
Il toponimo di Crasciana deriverebbe dal nome del colono romano Carsius.
Fino al secolo XVIII nei documenti d’archivio si trova anche il termine Carciana.
La storia di Crasciana
Crasciana si trova citata in una pergamena dell’anno 824 e ancora è nominata in documenti del 958 e del 985 come facente parte del plebato di Casabasciana.
Sembra che nel secolo XII non fosse ancora assoggettata al Comune di Lucca mentre ne risulta facente parte nello Statuto del 1308.
Probabilmente fu in mano ai Lupari fino al 1316 quando Castruccio Castracani spogliò la famiglia dei suoi possedimenti ed egli fu costretto a rifugiarsi a Bologna.
Crasciana entrò poi a far parte della Vicaria Val di Lima fino alla costituzione del Comune del Bagno a Corsena.
Anche Crasciana fu munita fra i secc. X-XI del suo fortilizio, ci rimane anche la lista dei castellani nominati da Castruccio fino al 1400.
Nel 1385 la rocca fu restaurata e dal 1648 i soldati che la presiedevano furono ritirati lasciando la custodia del castello alla comunità. Crasciana aveva una popolazione piuttosto numerosa e strategica era la sua posizione lungo la strada che dal fondovalle portava al Battifolle e da lì nel Pesciatino.
La carte d’ archivio raccontano delle lotte intestine che videro per ben diciassette anni gli abitanti di Crasciana e Casabasciana schierati contro quelli di Castelvecchio e San Quirico di Valleriana per problemi di confine finchè nel 1541 fu stipulata la pace tra le comunità ella chiesa di Castelvecchio.
Si conserva uno Statuto di Crasciana dell’anno 1735.
Della chiesa, posta alla sommità del paese, se ne ha memoria dall’estimo della Diocesi di Lucca del 1260. In quell’anno era dedicata al solo San Jacopo Apostolo. Nel corso del secolo XV a questa chiesa fu unito anche il titolo di San Frediano già attribuito alla chiesa del Santo alla Villa, ed ebbe quindi la doppia titolazione.
Si celebra con grande devozione la festa titolare ogni 25 luglio con luminara la sera della vigilia della festa.
L’interno della chiesa ha tre navate con archi a tutto sesto sorretti da colonne in pietra con capitelli finemente scolpiti. Ai lati dell’altar maggiore due enormi colonne in pietra scolpite in un unico blocco sorreggono l’arco trionfale. Nel primo altare di destra, all’interno di un’urna, si conservano le spoglie mortali di Santa Beatrice Martire traslate da Roma nel secolo XVIII.
Pregevole l’organo recentemente restaurato della seconda metà del 700, attribuito a Pietro Agati.
Sotto il paese, a circa tre chilometri, c’è la chiesa di San Frediano detta del Santo alla Villa forse l’antica parrocchiale, risalente al secolo XIII ad unica navata e abside. All’interno la statua della Madonna della Consolazione veneratissima e nel cuore di ogni crasciano in Italia o all’estero.
Ogni tre anni, in agosto, si svolge una festa di tre giorni a lei dedicata con fuochi d’artificio, banda musicale, in cui la Madonna viene portata in processione nella chiesa parrocchiale e poi ricondotta presso il suo santuario.
La conca absidale è ornata da un affresco del secolo XVIII raffigurante l’Incoronazione della Vergine e i Santi patroni della comunità.
Personaggi celebri
Luigi Nerici (1822 – 1902) abate e musicista
Abate Bartolomeo Nerici (secolo XVIII) incisore
Bartolomeo Amadei poeta
Sito web ufficiale
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