Benabbio
Il paese di Benabbio è situato a 479 metri sul livello del mare e dista dal capoluogo circa cinque chilometri.
Bruno Cherubini nel suo libro “I Bagni di Lucca” lo definì un paese nascosto, quasi geloso di sé; affermazione calzante visto che non si affaccia sulla vallata.
Attraverso la strada che porta a Benabbio è possibile raggiungere Collodi e la Valleriana. Questa strada fu costruita alla fine del secolo scorso e collegò Benabbio, prima fra le frazioni, con il Capoluogo.
Dal fondovalle al paese di Benabbio, il tempo di percorrenza è di circa 10 minuti. Appena imboccata la strada per il paese, in località Dominillo, si ha una bella veduta su Bagni di Lucca Villa, proseguendo, il paesaggio si fa più montano con selve e boschi di acacie e numerose coltivazioni ad uliveto.
Appena entrati nel paese troviamo piazza Santa Maria dove sorge la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.
La chiesa, costruita nel 1338, come testimonia un’iscrizione nella fiancata che guarda la piazza, è stata soggetta ad alcune modifiche apportate nel corso del tempo. La facciata è a doppio spiovente e l’interno a tre navate con colonne e capitelli ornati a foglie d’acanto con figurazioni simboliche, il tetto è a capriate lignee. Nell’abside un trittico di Baldassarre del fu Biagio da Firenze commissionato dagli uomini di Benabbio nel 1469, la pala raffigura al centro la Vergine col bambino ed ai lati due coppie di Santi (San Michele e San Pietro, San Giovanni Battista e San Bartolomeo).
Nella navata sinistra troviamo il fonte battesimale del 1564 protetto da una cancellata in ferro del 1601. Pregevoli, nell’edificio, i due altari lignei ai lati dell’altar maggiore del XVII secolo, come pure i due lampadari in ferro battuto; due sculture lignee policrome datate 1394 rappresentanti l’angelo e l’annunziata opera di Piero D’Angelo, padre di Jacopo della Quercia. Altro edificio degno di nota è l’oratorio dei SS. Filippo e Giacomo posto in piazza primo maggio.
Sulla parte superiore della facciata, infatti, trovava collocazione fino a pochi anni fa, un ciborio di marmo bianco a forma di edicola attribuito alla scuola di Matteo Civitali, che adesso viene conservato nella chiesa parrocchiale.
I ruderi del Castello di Benabbio, insieme a quelli di Lucchio e di Casoli, situati nella parte alta del paese, sono i più importanti della Val di Lima, tracce importanti sono state recentemente scoperte e studiate dall’Università di Pisa.
Tra le bellezze e particolarità di Benabbio troviamo perfino un teatro “Eden” sorto alla fine dell’800, a testimonianza della passione degli abitanti per l’arte della recitazione e per la musica, tanto che dal 1876 fu attiva la Filarmonica di Benabbio.
La Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa ha iniziato da qualche anno una campagna di scavi presso l’antico castello di Benabbio per approfondire l’indagine archeologica. Dal 6 luglio al 22 agosto 2009 verrà inaugurata la terza campagna di scavi. Lo scavo di Benabbio è visitabile ed eventuali visitatori possono assistere alle operazioni archeologiche in corso d’opera.
Maggiori informazioni sullo scavo sono reperibile su Paleopatologia.it
La storia di Benabbio
Il paese è ricordato per la prima volta in una pergamena dell’anno 983.
In origine si chiamava Menabia, poi Menabbio, ma l’origine del nome è incerta.
Benabbio fu possesso della potente famiglia dei Lupari, il cui esponente più noto fu Lupo, ricordato come poeta, ma anche per i suoi rapporti con Castruccio Castracani degli Antelminelli, Signori di Lucca.
I Lupari avevano giurato al Comune di Lucca di fare buona guardia sull’Appennino onde evitare infiltrazioni nemiche dal pistoiese, ma Lupo si dimostrò uomo violento, sordo ai richiami all’ordine da parte di Lucca. Nel 1334 scoppiò la guerra fra Fiorentini e Lucchesi e Lupo ebbe l’ordine di mettere a disposizione di Castruccio tutti i suoi uomini ma egli ne inviò solo la metà, favorendo così i fiorentini che occuparono il paese di Cerbaiola, dov’era strategico per prendere Lucca alle spalle.
Sconfitti i fiorentini ad Altopascio, i Lucchesi partirono alla volta di Benabbio per punire Lupo, assediando il castello per due mesi. Espugnato il castello la Repubblica bandì Lupo e tutta la famiglia Lupari dal territorio Lucchese, e questi trovò rifugio a Bologna.
La leggenda vuole, invece, che egli sia rimasto sepolto in una galleria sotto la Rocca, alla quale si poteva accedere dal pozzo tutt’oggi ancora esistente.
I Benabbini sono stati famosi per lo spirito bellicoso: i suoi soldati erano considerati i migliori della Vicaria della Val di Lima e Lucca se ne servì spesso. Nel 1798, all’arrivo dei francesi, i benabbini tentarono di ribellarsi costringendo in un primo tempo gli invasori ad abbandonare il paese.
Il filosofo francese Michel de Montaigne visitò Benabbio nell’estate del 1581 e lo definì villaggio bello e grande.
Secondo una tradizione, nella casa che sorge sul colle di belvedere, avrebbe trovato rifugio col consenso del duca Carlo Ludovico, nel 1837 Luigi Napoleone Bonaparte, futuro Napoleone III, quando era profugo e perseguitato da Luigi Filippo, re di Francia. Benabbio fu, in alcuni periodi, il paese più popoloso della Vicaria: in uno dei registri delle visite Pastorali conservato nell’archivio arcivescovile di Lucca scopriamo che nell’anno 1566 la sua popolazione ammontava a 1600 anime!
I più antichi statuti della comunità sono andati smarriti; se ne conservano solo due del secolo XVIII: uno del 1710 nell’archivio del Comune, e l’altro del 1781 nell’archivio di Stato a Lucca.
La maggior parte del materiale fonico dell’organo risale molto probabilmente al secolo XVI ma la sistemazione attuale è del 1703 come risulta da una scritta sul fianco sinistro della cassa “AD MULTIPLEX CUSTODIE/ NDUM ORGANUM HANC/ AB ALOYSIO COLOGNORA BAR/GENSI VARIIS INCISIONIBUS ORNAT/AM PHILIPPO ADAMI RECTORE/ IGNATIO CONTRUCCI OPERARIO/ A PARTU VIRGINIS ANNO/ 1703/STEPHANUS CORTOPASSI DE/TERELIO/ ET PETRUS ANGELUS DOMENICI/DE/BENABBIO (FECERUNT) ARCAM”.
Personaggi celebri
Padre Antonio Nicolao Cianelli (1753 – 1827) dei Chierici regolari della Madre di Dio, autore di libri sul principato lucchese.
Antonio Viviani (1770ca. – 1830), fu poeta a Roma ed alla corte del Re di Napoli, e scrisse liriche, drammi, tragedie in stile classico.
Francesco Cianelli (1838 – 1910) latinista ed insegnante nel seminario di Lucca autore di numerosissime epigrafi. È sepolto nel cimitero del paese
L’ingegner Rodolfo Pierotti (1845 – 1909) eletto per 6 volte deputato al parlamento, che combattè a Goito per l’unità d’Italia.
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